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Progetto MAGA: alla FAZI il convegno conclusivo sull’asciutta selettiva organizzato da Dipartimento di Scienze Agrarie ed Ambientali di UNIMI e da ARAL

Un protocollo condiviso da applicare in stalla per scegliere le bovine da destinare al trattamento con antibiotici durante il periodo di asciutta: questo il risultato cui è giunto il progetto MAGA (Modelli Aziendali per la Gestione efficiente e sostenibile del periodo di ASCIUTTA della bovina da latte) dopo tre anni di sperimentazione. Oggi, venerdì 21, alla prima giornata della 94esima FAZI di Montichiari il convegno conclusivo del progetto organizzato da ARAL, uno dei partner coinvolti nella ricerca insieme all’Università di Milano.

Come ricordato in apertura da Flavio Sommariva, tecnico storico di ARAL, il periodo di asciutta, fase fondamentale della vita produttiva della bovina da latte, “ha una grande rilevanza nel garantire sanità della mammella nella successiva lattazione e quindi la produzione di un latte di qualità. Tradizionalmente l’asciutta in allevamento veniva affrontata attraverso un trattamento profilattico a tappeto su tutte le bovine. L’entrata in vigore da gennaio 2022 del nuovo Regolamento UE 2019/6 relativo ai medicinali veterinari ha imposto di fatto l’obbligo di procedere all’identificazione e selezione dei soggetti malati cui somministrare in via esclusiva i trattamenti”.

Maga si è inserito in questa dinamica creando un gruppo operativo eterogeneo coinvolgendo direttamente alcune aziende zootecniche nelle quali verificare e sperimentare determinati modelli gestionali per dare poi diffusione dei dati della sperimentazione a tutti gli allevatori del comparto zootecnico lombardo, che come noto produce più del 40% del latte italiano.

Il team di lavoro ha visto coinvolte tre aziende agricole dislocate nella fascia sud di Milano. “L’obbiettivo – ha spiegato Luciana Bava dell’Università di Milano – era quello di indagare le pratiche gestionali delle aziende durante l’asciutta per aumentare efficienza produttiva e sostenibilità aziendale, analizzarle e fornire strumenti attuabili per l’applicazione dell’asciutta selettiva. L’applicazione del protocollo, costruito dal lavoro di squadra della stessa UNIMI, da ARAL, dalla DG Sanità e dalle ATS, in un arco di tempo triennale, ha potuto essere valutato e validato arrivando ad un modello da applicare in stalla per scegliere le bovine da destinare al trattamento con antibiotici”.

Non è solo un obbligo, ma una scelta consapevole. “Perché la salute umana – ha detto a Montichiari il dottor Cristiano Orlandelli del distretto veterinario Alto Lodigiano – non è scindibile da quella dell’ambiente o degli animali: l’asciutta selettiva mira non solo a migliorare la sostenibilità economica dell’azienda ma anche a combattere l’antimicrobico resistenza, problema sempre più preoccupante sul quale l’Europa è intervenuta con questa importante legge”.