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Antibiotici, gli allevatori lombardi rinnovano l’impegno per la riduzione

E’ una delle grandi sfide per la zootecnia del futuro: ma gli allevatori lombardi sono già mobilitati sul fronte della riduzione dell’utilizzo di antibiotici negli allevamenti e contro l’antimicrobico resistenza. Un concetto ribadito nel corso del convegno “Strategie per la riduzione dell’impatto degli antimicrobici nell’allevamento del bovino da latte nel post-parto”, appuntamento conclusivo del progetto ALL4ONE organizzato da ARAL nel corso della 94esima FAZI di Montichiari.

Il presupposto fondamentale di questa tematica sta nell’adozione del registro elettronico dei trattamenti, utile per la tracciabilità del farmaco veterinario, entrato in vigore per tutte le aziende a partire dal 28 gennaio 2022 senza possibilità di deroghe. Prima tappa di un percorso che condurrà il comparto al 2030, destinato a rappresentare un anno di svolta con obbiettivi ormai segnati come la riduzione del 50% dell’utilizzo degli antibiotici. Problematica che va a sovrainnestarsi in modo ormai inevitabile sul macrotema della sostenibilità etica ed ambientale degli allevamenti, ormai nel mirino dell’opinione pubblica.

Il nostro percorso è partito tanti anni fa cercando un’interazione con il mondo produttivo per l’introduzione della ricetta elettronica, primo strumento per una veritica consapevole di quanto utilizzato negli allevamenti in termini di farmaci – ha detto Antonio Vitali dell’ATS Brescia -. Ora il registro elettronico è divenuto un obbligo, ma il comparto zootecnico ha superato le difficoltà di adozione in maniera egregia: e senza dubbio credo che le informazioni recuperate attraverso questo strumento potranno essere spese a beneficio del comparto. Ma è importante che il comparto metta da subito in atto tutte le procedure necessarie per non farsi del male, andando verso l’asciutta selettiva: perché non è assolutamente necessario somministrare farmaci a tutti gli animali, basta intervenire solo su quelli che ne hanno realmente bisogno”.

In questo momento storico del resto la zootecnia è sotto la lente di ingrandimento per queste problematiche che incontrano direttamente la sensibilità dei consumatori: fondamentale dare risposte anche per contrastare il business dei cibi sintetici, che sta venendo avanti grazie anche a finanziamenti colossali. Ma l’aspetto più preoccupante è senza dubbio rappresentato dall’antimicrobico resistenza, probabilmente la più grande minaccia alla salute pubblica perché sono ormai sempre più numerose le patologie che non rispondono più a nessun tipo di antibiotico. Senza dubbio l’adozione del registro elettronico rappresenta la prima, importante risposta del comparto zootecnico a chi accusa il mondo allevatoriale di abusi. In questo ambito si inseriscono i risultati del progetto ALL4ONE, presentati a Montichari del professor Alfonso Zecconi dell’Università di Milano.

Sulla via della lotta all’antimicrobico resistenza abbiamo tre importanti step da seguire – ha detto Zecconi -. Bisogna innanzitutto puntare all’eradicazione dei contagiosi, problema sul quale abbiamo fatto molti passi avanti ma che possiamo sicuramente migliorare. La seconda priorità è l’adozione dell’asciutta selettiva. Anche se il vero obbiettivo primario del progetto ALL4ONE è il controllo post parto: in questo ambito abbiamo agito associando ai sistemi già implementati in allevamento altri importanti elementi come per esempoio sistemi di mungitura avanzati ,per identificare animali a rischio di avere una mastite ed eventualmente intervenire per vie terapeutica. Quindi innovazione tecnologica spinta a livello di laboratorio e mungitura che premette di valutare le curve di eiezione latte e le valutazioni delle alterazioni, per giungere così ad una diagnosi precoce attraverso l’adozione di poche procedure semplici e sostenibili”.

Le nuove tecnologie per la valutazione della mungitura sono stati esaminati da Lucio Zanini, storico tecnico ARAL, mentre a Riccardo Negrini di AIA è toccato il compito di concludere l’incontro parlando dell’utilizzo virtuoso dei dati attraverso il progetto LEO (Livestock Environment Opendata), che punta a riunire in un’unica banca dati digitale tutte le informazioni relative al comparto zootecnico con l’obbiettivo di sostenere e migliorare la qualità delle produzioni zootecniche italiane sempre nel rispetto del benessere animale e dell’ambiente.

Ormai arrivato quasi alle fasi finali, il progetto LEO ha coinvolto oltre al Sistema Allevatori una serie di partner di grande prestigio, e sta raccogliendo dati da quasi cinque anni relativi al comparto agricolo che possono essere utili perché la risoluzione dei problemi spesso passa dalla possibilità di avere accesso alle informazioni – ha spiegato Negrini -. Ora in database abbiamo già 3,5 miliardi di dati per quello che forse è il primo vero big database a livello nazionale. Nasce integrando dati di varia fonte, tra 20 mila aziende in rappresentanza di 23 milioni di animali. Questi dati arrivano perché una serie di partner ha deciso di mettere in compartecipazione le loro informazioni. Il nostro obbiettivo? Implementare nuovi servizi per gli allevatori. Ma anche contribuire a sfatare tanti preconcetti e pregiudizi che ancora persistono sul comparto zootecnico”.