Creare un tavolo tecnico-strategico tra gli attori della FA italiana per lavorare assieme, ad un obiettivo comune: migliorare la situazione attuale ed aumentare la Genetica per l’Italia e differenziarla da quella mondiale, per renderci unici e competitivi.
Questa la proposta lanciata dal recente convegno sulla genetica per la zootecnica italiana organizzato alla Fiera Bovimac di Gonzaga da ANAFIBJ e ARAL: un “accordo” che ora ANAFIBJ rilancia sulla scorta delle importanti conclusioni raggiunte nell’importante simposio. A Gonzaga, spiega una nota di ANAFIBJ, sono infatti emerse considerazioni importanti in merito all’uso dei tori genomici, che sembra aver raggiunto un plateau di utilizzo nel nostro Paese. Negli ultimi 5 anni, la percentuale di utilizzo dei tori genomici si è attestata sul 60-65% dei tori impiegati negli allevamenti, mentre il 35-40% rimane a favore dei tori provati. In aumento risulta invece l’utilizzo dei tori da carne, che negli ultimi 5 anni è raddoppiato, dal 10 al 20% sul totale delle fecondazioni. Fecondazioni che risultano sempre più basate sull’inseminazione artificiale (FA), la quale oltre a garantire salute e benessere animale, consente un più inteso miglioramento genetico. La percentuale di FA rispetto alla FN (fecondazione naturale) è passata, negli ultimi 5 anni, dal 94% al 97% delle totali inseminazioni nella popolazione di Frisona Italiana.
Nel corso del Convegno è stata presentata un’analisi SWOT per la genetica per l’Italia, che ha evidenziato i fattori interni (punti di forza e debolezze) ed i fattori esteri (rischi ed opportunità) del settore della FA italiana, e che ha permesso di rispondere alle due domande iniziali, riportando i Punti di Forza (es. l’Italia ha una numerosità di capi Holstein iscritti al libro genealogico tra le più elevate al mondo, un’esperienza pluriennale nella selezione del bovino da latte, strutture associative efficienti e con tecnici appassionati e qualificati); i Punti di Debolezza (es. un’esterofilia nella scelta dei riproduttori e una mancanza di un coordinamento tra gli attori della FA italiana); le Opportunità (es. un made Italy sempre più riconosciuto, delle eccellenze tecniche e scientifiche riconosciute nel mondo, l’era del post-Covid rilancia maggiormente i Paesi resilienti come l’Italia, la disponibilità di tecnologie riproduttive quali il seme sessato e il genome editing) e i Rischi e Minacce (es. la frammentazione della FA italiana e la scarsa propensione all’aggregazione).