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Coldiretti Brescia in assemblea, Prandini: “Misure di sostegno per ripartire subito”

L’agricoltura deve guardare oltre la crisi per ripartire all’insegna della produttività, redditività e valore del made in Italy attraverso misure di sostegno straordinarie: questo il tema al centro dell’assemblea annuale di Coldiretti Brescia, federazione provinciale presieduta dal leader nazionale dell’organizzazione Ettore Prandini, riunita in videoconferenza alla presenza del direttore Massimo Albano per l’approvazione del bilancio 2019.

“L’appuntamento per noi tradizionale dell’assemblea si celebra quest’anno in una situazione drammatica soprattutto per la nostra provincia – ha detto Prandini -. Ma da parte nostra c’è la determinazione per ripartire e riconquistare ciò che abbiamo perso, sul mercato e nei diversi comparti. Abbiamo già attivato iniziative a livello nazionale ed europeo per dare risposte concrete alle necessità delle imprese agricole: le risorse ci sono e sono significative ma sarà fondamentale spenderle bene e subito, con meno burocrazia e con progetti di largo respiro per il Paese e per l’agroalimentare, che ancora una volta si è contraddistinto come sistema virtuoso nei momenti più difficili”.

Numerose le testimonianze di esponenti del mondo zootecnico bresciano a partire da Valter Giacomelli, presidente della cooperativa Gardalatte di Lonato del Garda.

Il mondo agricolo ha dimostrato responsabilità e dedizione, anche grazie all’impegno dei dipendenti nei momenti più critici dell’epidemia – ha detto -. In quel periodo il settore lattiero-caseario ha tenuto, mentre l’attuale calo dei consumi sta comportando la continua diminuzione dei prezzi e i mercati si troveranno ad affrontare la crisi socio-economica derivante dall’emergenza sanitaria. Lo stesso vale per il mondo zootecnico, profondamente segnato dal calo dei prezzi soprattutto per i vitelli a carne bianca. Come uscire da questa drammatica situazione? Accelerando l’accesso alle misure di sostegno già stanziate e ripensando i sistemi produttivi in base alla domanda del mercato”.

Anche il settore suinicolo è al collasso, racconta Claudio Cestana, vice presidente di Coldiretti Brescia e imprenditore di Manerbio: “Abbiamo perso il 40% del valore del suino da macello e le scrofaie vanno ancora peggio, si lavora sotto i costi di produzione e si fa fatica a piazzare i suinetti, è un problema strutturale della filiera ed è importante recuperare il valore aggiunto del Made in Italy”.

Anche il settore della carne bovina fa sentire la propria voce: “i vitelli a carne bianca hanno prezzi molto bassi – spiega Gianantonio Pavarini di Montirone – ed è fondamentale che ore arrivino gli aiuti promessi”. Stessa linea a Montichiari, dove Fabio Rozzini spiega: “la carne di bovino adulto arriva dall’estero a un prezzo del 40% inferiore rispetto alla nostra, mi auguro solo che non si trasformi in carne italiana, perché questo andrebbe ad aggravare ancora di più la situazione già notevolmente compromessa. Il settore ha trovato parziale ristoro nella vendita online e come Consorzio Lombardo Produttori Carne Bovina stiamo partecipando a un bando PSR che riguarda proprio lo sviluppo del canale e-commerce”.